MONEGROS 2022 by BILLBOARD

Billboard

Quando si percorre la strada N-II, che collega la Spagna al deserto, e in lontananza si incominciano a vedere l’installazione del Monegros, dentro di te, succede qualcosa. Succede che il mondo ti sembra più lontano, succede che il gruppo di persone che ti sta accompagnando in questa avventura per qualche secondo tace e rimane sopraffatto dal sole e dal calore che domina un paesaggio che sembra non avere fine.


La polvere che si alza ininterrottamente dalle macchine che si avvicinano definisce l’autenticità del luogo e i passi veloci della gente che si incammina verso l’ingresso, nonostante il caldo, parlano delle settimane di attesa passate ad organizzare spostamenti, scorrere timetable e mettere insieme quel gruppo di amici per vivere insieme quest’avventura.



Entrando sai già che la giornata sarà lunga. Gli stage sono enormi e intorno a noi vediamo solo gente (tanta) che non aspettava altro che divertirsi in una location unica. Ad attendervi all’ingresso c’è un airbus 320 spostato per centinaia di km convertito in un club, per incominciare. Il Monegros non è un festival per tutti, è un festival impegnativo che però porta con se una magia unica. Per chi non è più di primo pelo come chi vi sta scrivendo la sensazione è quella di ritrovarsi in un rave degli anni 90 completamente attualizzato con la modernità dei festival moderni.


Gli stage del Monegros

Il main stage nel pomeriggio suona hiphop passando dall’Andalusia con SFDK e arriva verso sera a NewYork con Bustha Rhymes (che con i suoi 50 anni ha ribaltato il pubblico con la sua performance).

La Techno Cathedral è un’oasi di ombra in mezzo al deserto, la struttura (e la dimensione) della tenda che sovrasta una moltitudine di persone permette di godere dello show in maniera confortevole. Il live di Giorgia Angiuli marca un punto di evidenza in cui il set diventa vera performance e la sintonia con il pubblico è totale.


Lo stage di elRow è impressionante. Per chi è abituato a frequentare la festa all’Amnesia l’unico modo per descriverlo è immaginarsi quel concetto moltiplicato 100 sia per lo scenario che per la lineup che per intenderci porta Basement Jaxx a preparare il pubblico per la notte. La console è talmente in alto che in realtà non si riesce a vedere chi suona ma gli inserti breakbeats non lasciano spazio ad alcun dubbio. Al lato di elRow c’è il The Moon uno stage completamente dedicato a suoni più cupi e acidi con un’incidenza drum’n’bass marcatissima (ricordando al mondo che questo genere sta riemergendo con importanza negli eventi di tutto il pianeta). Davanti al The Moon si trovano el Pajar e el Corral , due stage legendari che appartengono a questa festa e che rappresentano la volontà di marcare la propria identità e che insieme al piccolo Greenlight Corner aggiungono varietà di stili musicali che normalmente non si riescono ad ascoltare in una sola location. Se qualcuno avesse un dubbio sull’anima rave è sufficiente mettere un piede nella Industrial City dove si suona hardcore e industrial tecno in un dancefloor che sembra disegnato per un videogioco degli anni 90 utilizzando materiale industriale riciclato (come container).



Nello spazio OpenAir Seth Troxler rimarca la selezione musicale che possiamo raccontare come più raffinata e che vedrà da li a qualche ora performance incredibili come quella di Òscar Mulero e Laurent Garnier. Se non fosse chiaro, quello che non può succedere al Monegros e di non incontrare musica che ti piace. Arriva il tramonto e mentre tutto il mondo balla vedi gruppi di amici che si fermano a guardare il sole che si nasconde nella linea dell’orizzonte e le strette poderose degli abbracci che si notano tra le silhouette disegnate nel deserto scolpiscono nel cuore di tutti i “Monegrinos” un’esperienza che sarà difficile da dimenticare.



La noche

Il caldo è sparito, è notte e tutti gli stage rivelano il meglio della loro progettazione. Il mainstage ospita una videoproiezione che ti lascia senza fiato e la musica oramai è il collante tra tutte le 55.000 persone provenienti da 85 paesi che sono presenti. Ci abbandoniamo ad una maratona che parte con Vitalic, passa per un set stratosferico di Richie Hawtin seguito da Amelie Lens e di colpo sono le sei ed è di nuovo luce. Nello stage di elRow senza sosta Alicante, Bibi, The Martinez Brothers, Loco Dice e la chiusura del nostro Joseph Capriati. La cattedrale chiude le proprie funzioni con Andres Campo dopo aver ospitato Sangiuliano, PanPot e Reinier Zonneveld.


Mentre si cerca di occultare la stanchezza in un’atmosfera post-apocalittica rimane il gusto di un’esperienza completa e unica e sembra incredibile che in solo 20 ore possa essere successo tutto questo.


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